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Toxoplasmosi e gravidanza: la convivenza con il gatto

Banner toxoplasmosi gatto e gravidanza

Troppo spesso il gatto viene ingiustamente incolpato di essere pericoloso per le donne in gravidanza e allontanato per il rischio di trasmettere la toxoplasmosi: facciamo chiarezza.

Che cos’è la toxoplasmosi

La toxoplasmosi è una malattia parassitaria causata da “Toxoplasma gondii”, un protozoo intracellulare che vive in ospiti a sangue caldo (mammiferi, uccelli e roditori). In generale, i mammiferi (uomo compreso) sono ospiti intermedi del parassita mentre il gatto e altri felidi fungono sia da ospite intermedio che definitivo, perché il parassita si riproduce a livello intestinale e viene liberato nell’ambiente attraverso le feci.

Il gatto si infetta ingerendo prede crude (ospiti intermedi con Toxoplasma Gondii) oppure ingerendo le oocisti, ossia le uova del parassita, presenti nell’ambiente, ad esempio nel terriccio contaminato dalle feci di un altro gatto infetto.

Anche gli uomini, come gli altri mammiferi, si infettano mediante il consumo di carne contaminata cruda o poco cotta, oppure per ingestione delle oocisti mature liberate dal gatto nell’ambiente. Una volta ingerito, il parassita è in grado di attraversare la barriera intestinale ed entrare in circolo, localizzandosi nei tessuti (in particolare nel sistema nervoso centrale, nei muscoli o nelle viscere).

Toxoplasmosi cos'è

La toxoplasmosi nel gatto

Nel gatto la malattia è spesso asintomatica. Nel caso di gattini o individui debilitati da altre patologie (tipo FIV) possono comparire letargia, anoressia, febbre, disturbi gastroenterici (vomito e/o diarrea), sintomi neurologici, oculari e respiratori.

I sintomi possono avere un’insorgenza improvvisa o graduale. Non esiste vaccino per la Toxoplasmosi e, nei casi sintomatici, si procede con una terapia antibiotica. Nei casi più gravi, dove vengono compromessi l’apparato respiratorio e il sistema nervoso centrale, il gatto potrebbe anche morire o andare incontro a deficit permanenti.

Quando il gatto si contamina ingerendo prede infette, il parassita entra nelle cellule intestinali e comincia a produrre le oocisti che vengono rilasciate nell’ambiente attraverso le feci per un periodo massimo di tre settimane. Le oocisti, esposte nell’ambiente a determinate condizioni di umidità e temperatura, diventano infestanti dopo 1-5 giorni dall’emissione.

Si stima che il 97% dei gatti sviluppi il ciclo enterico (quindi sia un ospite definitivo) del parassita e questo avviene solo una volta nella vita dell’animale: una volta che è stato immunizzato, raramente lo riprende.

La diagnosi nel gatto

I Test a cui sottoporre il gatto prevedono la misurazione degli anticorpi circolanti nel sangue (nelle sottoclassi IgM E IgG) e la ricerca diretta del parassita tramite PCR nelle feci.

In particolare, le IgM compaiono 2-4 settimane dopo l’infezione e scompaiono dopo 16 settimane, la loro presenza significa che la patologia è in corso e quindi il gatto potrebbe essere escretore nelle feci di oocisti.

Le igG invece vengono prodotte come risposta tardiva e permangono per tutta la vita, queste simboleggiano che il gatto ha contratto la malattia ma essendo in forma latente non la trasmette.

A questi esami del sangue andrebbe associato anche un esame PCR delle feci per valutare la presenza di oocisti e quindi valutarne la pericolosità per l’uomo.

la diagnosi di toxoplasmosi nel gatto

La toxoplasmosi nell’uomo

Come nel gatto, anche nell’uomo l’infezione è nella maggioranza dei casi asintomatica: molto spesso, le donne incinte che si sottopongono al test per la ricerca di anticorpi della Toxoplasmosi scoprono di averla fatta in passato senza essersene mai accorte. Talvolta, nelle fasi acute, possono comparire sintomi simil-influenzali. Anche negli umani, nei soggetti immunodepressi la malattia può manifestarsi come una forma di encefalite.

Diverso è il caso quando la toxoplasmosi viene contratta da una donna in gravidanza, dove le conseguenze possono essere gravi: aborto, natimortalità e danni neurologici fetali. Per questo motivo le donne si sottopongono al test di controllo degli anticorpi: se sono positive, significa che in passato hanno avuto la malattia e ora sono immuni; se negative, sono a rischio di contagio.

la toxoplasmosi nell'uomo

Come si trasmette la toxoplasmosi nell’uomo

Purtroppo, troppo spesso medici poco informati o voci popolari suggeriscono di allontanare il gatto di famiglia quando una donna scopre di essere incinta, sfruttando le paure naturali in un momento così delicato, ma vogliamo rassicurarvi: il micio non è pericoloso né per le donne incinte né per i bambini.

La maggior parte dei contagi di toxoplasmosi nell’uomo avviene attraverso contaminazione alimentare: infatti, l’uomo può contrarre la malattia solo e unicamente ingerendo le cisti tessutali presente nella carne cruda infetta o portandosi le mani alla bocca sporche di terra del giardino in cui hanno defecato dei gatti infetti con ciclo enterico in corso.

come si trasmette la toxoplasmosi nell'uomo

Come prevenire il contagio (e vivere felici con il gatto!)

Partendo dal presupposto che un gatto si contagia mangiando carne cruda o leccando terriccio contaminato, è evidente che un gatto che vive esclusivamente in casa e che viene alimentato con crocchette e umido commerciale non corre alcun rischio di ammalarsi e di trasmettere la toxoplasmosi ai propri famigliari.

Un gatto che ha accesso all’esterno può contrarla più facilmente ma, con gli opportuni accorgimenti, il rischio di trasmissione agli umani conviventi è nullo.

In caso di gravidanza è bene:

  • Pulire la lettiera con regolarità tutti i giorni, avendo cura di cambiare tutta la sabbietta: perché le oocisti diventino infestanti devono trascorrere almeno 24 ore nell’ambiente, se le feci del gatto vengono pulite rapidamente non hanno il tempo di proliferare.
  • Pulire la lettiera con i guanti e poi lavarsi accuratamente le mani: se vi sentite più tranquille e ne avete la possibilità, delegate il compito a un’altra persona.
  • Nutrite il gatto con alimenti commerciali o, in caso di dieta casalinga, abbiate cura di cuocere bene la carne: la cottura inattiva il parassita.
  • Fare eseguire al gatto l’indagine sierologica per la ricerca degli anticorpi al Toxoplasma per valutare se è a rischio o è già stato immunizzato.
  • Ricordare che il pelo non è un veicolo ideale per le oocisti: il mantello è secco, non ci sono le condizioni perché possano diventare infestanti.
come prevenire il contagio da toxoplasmosi

Speriamo di avervi tranquillizzato sul rapporto con il vostro gatto durante la gravidanza: è sufficiente qualche semplice accortezza igienica per godersi serenamente l’attesa insieme al nostro micio di casa!

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