La displasia del gomito è una patologia tendenzialmente ereditaria, che colpisce soprattutto (ma non esclusivamente) cani di taglia grande e gigante.
Questa patologia ha insorgenza fin dai primi mesi di vita del cucciolo e ha uno sviluppo lento ma progressivo: comporta danni articolari sempre più severi, fino a grave consumo delle superfici articolari e formazione di osteoartrosi.
La displasia del gomito include diverse condizioni patologiche accomunate da incongruenza omero-radio-ulnare, che causa una anomala distribuzione dei carichi: questo sbilanciamento dell’articolazione conduce allo sviluppo di danni articolari che provocano dolore sempre più marcato e invalidante.
Il primo step è la diagnostica precoce della displasia del gomito.
Non sempre il proprietario è in grado di notare i segni di una zoppia, soprattutto quando la displasia colpisce entrambi i gomiti. Il cucciolo, quindi, non presenterà una sintomatologia evidente fino a quando i danni articolari (e il conseguente dolore), non diventa davvero invalidante.
Fra i sintomi da tenere d’occhio c’è l’extrarotazione delle zampe (che “guardano in fuori”), l’adduzione dei gomiti (aderenti al torace e ruotati verso l’interno), l’incapacità di sostenere uno sforzo fisico consecutivamente per tempi anche brevi (quando gioca ha bisogno di fermarsi per riposare), difficoltà ad assumere e mantenere la posizione “a sfinge”. Questi segnali possono comparire anche con manifestazioni di dolore (zoppie agli arti anteriori, anche in modo alternato), rigidità di movimento e difficoltà a caricare il peso sulle zampe anteriori.
Tuttavia, l’esame radiografico precoce permette di intercettare la displasia del gomito ben prima del manifestarsi dei sintomi. Lo studio radiografico del gomito prevede due proiezioni per articolazione e si effettua a partire dalle 14 settimane d’età del cucciolo: in linea di massima, il momento ideale per diagnosticare la displasia del gomito è intorno al quinto mese d’età. L’esame radiografico viene eseguito in sedazione per permettere di ottenere immagini nitide e rilevare anche i primi segnali di anomalia: di solito contestualmente viene eseguito anche il controllo per la displasia dell’anca.
Le patologie
UAP (MANCATA UNIONE PROCESSO ANCONEO)
Il processo anconeo, che nel cane giovane non si è ancora unito all’olecrano (estremità superiore dell’ulna),
a causa di una eccessiva pressione resta un corpo mobile nell’articolazione provocando artrosi.
FCP (FRAMMENTAZIONE PROCESSO CORONOIDEO MEDIALE)
In questa displasia del gomito, a causa di una maggior distribuzione del peso sul comparto mediale,
il processo coronoideo mediale sottoposto a una continua sollecitazione si frammenta, liberando numerosi corpi mobili intrarticolari.
INCONGRUENZA ARTICOLARE
Questa patologia è la conseguenza di uno sviluppo non omogeneo di radio ed ulna che se non curata in tempo (vedi osteotomie correttive) provoca una delle patologie sopra descritte.
OCD (OSTEOCONDRITE DISSECANTE)
Nei pazienti affetti da OCD si crea una area di necrosi sulla cartilagine articolare dell’omero che provoca una grave artrosi.
Come si interviene nella displasia del gomito
In caso di diagnosi di displasia del gomito, si interviene chirurgicamente: la scelta della terapia chirurgica si basa sulla gravità della patologia e sull’età del paziente:
- Cani di eta inferiore ai sei mesi senza zoppia evidente con piccole alterazioni radiografiche: DDUO (osteotomia dinamica distale dell’ulna): tecnica poco invasiva che consente un rapido recupero del paziente.
- Cani di età compresa tra i 4 e i 12 mesi con zoppia ed evidenti alterazioni radiografiche: BOPDUO (Osteotomia dinamica prossimale biobliqua dell’ulna) + Artroscopia: l’osteotomia consente una diminuzione dei carichi sul comparto mediale mentre l’artroscopia ci permette di rimuovere gli eventuali frammenti presenti in articolazione.
- Cani di età compresa tra i 6 mesi e i 5 anni con zoppia marcata e artrosi: Artroscopia + PAUL (Osteotomia prossimale abducente dell’ulna): l’artroscopia ci permette di valutare la gravità delle lesioni e rimuovere i frammenti articolari. La PAUL è un intervento di nuova generazione che tramite l’utilizzo di una placca dedicata sposta significativamente le forze peso dal comparto mediale gravemente danneggiato a quello laterale che ha preservato superfici articolari sane.